i libri fanno festival

Questo blog non è più attivo da giugno 2016. Ci siamo trasferiti all’indirizzo

www. librinfestival.it

dove troverete tutto l’archivio dell’attività svolta fin’ora.

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Ombre pagane

Venerdì 11 marzo, presso Arte in circolo, Monterotondo, Laura Di Tosti, giurata di #Librinfestival, ha presentato Ombre pagane di Franco Mieli, Editrice Montecovello, X libro in concorso alla maratona letteraria #Librinfestival. Maratona tanto lunga quanto entusiasmante.

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Un grazie dovuto alla collaborazione di Silvia Di Tosti, ad autori, editori, pubblico, ai luoghi che ci hanno accolto, ad Arte in circolo che ci ha ospitato per la seconda volta, all’Olio Vitali che dopo aver ascoltato il nostro programma ha deciso di sostenerci senza esitazione, a Rara Piol giurata e rappresentante della stampa e a Selene Gagliardi. Un plauso particolare va soprattutto alla nostra giuria, il valore aggiunto, la novità di questo Festival. Quattordici giurati che il 18 settembre 2015 hanno accettato a occhi chiusi di far parte di questo progetto e si sono impegnati a comprare tredici libri, leggerli, partecipare agli incontri, e soprattutto presentare a turno uno dei libri in concorso, diventando essi stessi protagonisti e partecipi della manifestazione: lettori attivi.

Un’idea vincente che attua il progetto originario di incrementare la lettura senza imperativi, esortazioni, frasi fatte, ma dando vita a una comunità letteraria che legge, giudica e si confronta. Per giudicare un libro occorre leggerlo, farne l’esperienza, appropriarsene, e comunicarla. #Librinfestival è nato proprio per consentire a tutti di vivere l’esperienza della lettura come gioco, come una festa, da cui il nome #Librinfestival, i libri fanno festa. E a proposito della nostra comunità, nata spontaneamente intorno a tredici libri, voglio leggere una frase della scrittrice Carola Susani che il 18 febbraio ha presentato il libro di Dacia Maraini, La bambina e il sognatore, presso l’associazione Finestre sul cortile, con letture di Caterina Venturini.

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Carola Susani
Quando si parla delle storie parliamo di puro splendore, le storie hanno una limpidezza, le storie servono, sono lo strumento tra noi. Quando si parla di letteratura invece le cose si fanno complesse, perché le storie prevedono qualcuno che le ascolti, un rapporto, una relazione, addirittura una comunità, una rete, mai un’abitudine, mai una chiusura, le storie sono sempre apertura e io ho avuto l’impressione leggendo questo libro che ci sia anche una presa di posizione rispetto a un tipo di letteratura che invece recide il contratto, rinuncia alla comunicazione, non è più capace di parlare fra gli altri ma comincia a costruire una cantina chiusa, uno spazio chiuso che serve solo a chi lo abita, che serve solo a chi lo decora, che serve solo a chi se ne fa abitante e prigioniero, anche.

E la mia esortazione a tutti noi è di continuare a sostenere #Librinfestival che ha dato vita a una comunità, che è nato come un sogno, un sogno che abbiamo reso reale e che deve continuare a vivere.

Giusi R.

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mestierelibro

Librinfestival, Cronache metropolitane

LIBRINFESTIVAL  I edizione

Con il nuovo anno riprendono gli appuntamenti di Librinfestival con il mondo dell’editoria e dei suoi mestieri.

Il primo incontro venerdì 8 gennaio 2016, ore 18,30 con Cronache metropolitane di Cristiana Bullita, Watson edizioni, presso la Libreria Mondadori di Monterotondo.

Presenta l’autrice Selene Gagliardi

Maria, un’insegnante di liceo di mezza età, è una donna chiusa nei suoi rituali quotidiani come in una tana, avvelenata da una solitudine di vecchia data e avvilita dai cambiamenti in atto nella scuola italiana. Ma, a dispetto di tutto, è gustosamente ironica e autoironica con quello che è l’unico depositario della sua frustrazione, il suo “diario segreto”.
Vira e i suoi figli sono immigrati moldavi che hanno dovuto lasciare il loro Paese a causa dell’inasprimento della crisi economica e per gli esiti della Rivoluzione-Twitter. La loro drammatica vicenda impatta sonoramente con la vita di Maria, il…

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mestierelibro

Cogliamo l’occasione della vittoria del Premio Franco Fedeli 2015 di Piergiorgio Pulixi con Il Canto degli innocenti per complimentarci con lui e riportare la cronaca dell’incontro del 28 ottobre.

Il 28 ottobre 2015 mestierelibro ha inaugurato i suoi corsi presso la sede di Baratto Libero. La serata si è conclusa con una visita presso la Ubik di Monterotondo per assistere a un nuovo incontro con i libri di Piergiorgio Pulixi autore prolifico e comunicativo che qui a Monterotondo ha un seguito di fedeli lettori. L’autore ha presentato Per sempre, terzo capitolo della saga dell’ispettore Biagio Mazzeo.

Pulixi_cop

PER SEMPRE
Piergiorgio Pulixi
edizioni E/O
2015, pp. 304
ISBN: 9788866326847
Collana: Sabot/age
Disponibile in ebook
€ 16,50

La paura è più forte dell’amore e l’ispettore Mazzeo l’ha vissuto sulla sua pelle.
Per la prima volta il poliziotto è tentato di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da zero con Nicky, la…

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LIBRINFESTIVAL 31 OTTOBRE 2015 secondo libro in concorso

Marco Roncaccia presenta il romanzo horror Roma caput zombie, NeroPress Editore.

Finalmente i “morti che camminano” visti da un punto di vista differente, immersi in una realtà sociale a noi molto vicina. Degrado, criminalità e una buona dose di cinismo fanno da sfondo a questa storia, che vuol essere un survival molto particolare, condito da un umorismo nero che non mancherà di farvi sorridere ma, anche, di spiazzarvi.

Marco Roncaccia, Roma caput zombieAutore: Marco Roncaccia
editore NeroPress
Genere: horror
Lingua: Italiano
Pagine: 208
Formato: Brossura con alette – ISBN 978-88-98739-36-3
Prezzo: € 13,00
Anno: 2015

Monterotondo, 31 ottobre 2015, per la serie “non ci spaventano neanche gli zombie“, Librinfestival riunisce giuria e pubblico da Tsopela, Monterotondopunto di incontro reso spettrale da gatti neri, teschi e strani individui truccati by Aza Ozba, Face-painting orror.

IMG_2417copiaL’occasione della sera di halloween ci è sembrata l’ideale per presentare l’horror Roma caput zombie, secondo libro in concorso.

halloweenSono intervenuti l’autore Marco Roncaccia, l’editore Daniele Picciuti e l’autrice della cover,Laura Platamone della NeroPress Edizioni.

Ha condotto l’incontro Silvia Di Tosti che ha letto alcuni brani del libro e ricordato il primo incontro con Marco Roncaccia, quando Baratto Libero era agli albori e Marco fu uno dei primi fruitori del baratto, proponendo come scambio la sua prima opera pubblicata Il filastrocchio.

Quando abbiamo iniziato a scegliere gli autori del territorio da invitare a Librinfestival ho pensato subito a lui e al suo libro. – dice Silvia – L’ambientazione romana inoltre mi ha riportata nel mio quartiere.

JpegA presentare il libro Sandro Tucci, uno dei giurati del festival, perché i giurati sono coinvolti in prima persona non solo presenziando agli incontri, acquistando, leggendo e giudicando i libri in concorso ma accettando anche con entusiasmo l’invito a presentare uno dei libri.

Si parte con la copertina. Accattivante, con lo sfondo nero della casa editrice e del genere noir, il primo impatto del lettore con quanto andrà a leggere, un rimando all’oggetto stesso del libro: Roma capitale degli zombie.

Jpeg

Laura Platamone spiega che la scelta del soggetto in copertina è il risultato di un approccio di marketing: le immagini dovevano riprodurre tutti gli elementi del romanzo. Questa cover ha provocato pareri contrastanti, con il suo colore verde a prima vista brutto e i piccioni in primo piano, ma doveva dare l’idea immediata dell’atmosfera respingente e acida.

La Roma del titolo è presente nel racconto, è fatta di quartieri, vie, giardini luoghi che sono reali. Sandro Tucci, a proposito di una capitale dove esistono degrado umano e urbano, ci ricorda due degli ultimi film pluripremiati che hanno per soggetto Roma: La grande bellezza e Sacro Gra. Il primo racconta il degrado della borghesia, il secondo descrive un’umanità ai bordi della città che trova nel lavoro un motivo di vita.

Alla domanda se la scelta di una Roma caput zombie sia autobiografica o simbolica Marco risponde che entrambi gli elementi sono presenti nel percorso di ideazione e scrittura.

Sono un operatore sociale e conosco molto bene gli ambienti che racconto: è la prima cosa che ti dicono alla scuola di scrittura “scrivi di ciò che conosci”. Il libro ha auto una genesi molto lunga e ci sono elementi della vita e dei luoghi che iniziano a bussare nei vari campi delle arti. Mi sento più vicino a Sacro Gra che alla Grande bellezza. C’è comunque un qualcosa di Roma dentro di me che preme per uscire fuori e chi fa l’educatore sociale, se scrive, non può che scrivere horror.

Continua l’analisi del libro con la messa in evidenza della scrittura: sincopata, snella, fatta di frasi brevi che seguono un ritmo incalzante.

Mentre scrivevo il romanzo pensavo al libro che mi sarebbe piaciuto leggere: non troppo lungo, rapido, ma con un minimo di intimismo. Volevo generare nel lettore la voglia di continuare a leggerlo fino alla fine, anche se è atteso da impegni improrogabili. Molto utile per generare questo tipo di scrittura rapida l’idea dell’editore Daniele Picciuti di un esercizio a tempo: postare un racconto di tremila battute in poche ore.

Sandro sottolinea l’assoluta laicità del testo. L’autore è rimasto all’interno di un etica mantenendo un approccio di tipo pragmatico. Chi vive un’esperienza sconvolgente si preoccupa dei bisogni primari, prima che della morale che questi bisogni vanno a scardinare. Anche gli zombi hanno problemi esistenziali.

La domanda che sta dietro al libro è : riuscirà l’eroe a superare il problema (per lui etico in quanto operatore sociale) di nutrirsi di carme umana? Il problema del lavoro precario è non avere futuro e quello che cerchiamo di fare è riuscire a sopravvivere in un ambiente degradato.

Da parte mia sono un amante di zombie, appassionato del regista Romero che nel 1968 ha creato questi personaggi cinematografici come metafora della società contemporanea. Oggi con la seguitissima serie televisiva Walking dead si è perso questo utilizzo critico, un aspetto che io cerco di approfondire, anche se i miei zombie, a differenza di quelli di Romero, sono senzienti, cioè possono rimanere persone come tutti gli altri, nutrendosi di carne umana, mantenendo così sotto controllo il virus. Il discorso sotto traccia è che il mio zombi non è quello che cammina barcollando, privo di intelligenza e spinto solo dalla voglia di uccidere . Io ho usato la figura dello zombie per parlare di tutto quello che ci circonda. Il contagio che si sviluppa è interno alla nostra società e la figura dell’operatore sociale è metaforica. Un ottimo spunto di riflessione è stato “Il contagio”, romanzo di Walter Siti sulla periferia di Roma.

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L’AUTORE

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Marco Roncaccia, classe 1969, è un educatore professionale e formatore, impegnato a partire dai primi anni ’90 in progetti di lotta all’esclusione sociale. Minori a rischio, diversamente abili, tossicodipendenti, homeless, ex prostitute sono stati tra gli utenti con cui ha sviluppato la sua venticinquennale esperienza di lavoro. È da sempre appassionato di narrativa sia di genere (horror, fantascienza, crime) sia mainstream. La sua passione per la scrittura lo ha portato negli ultimi anni a frequentare i tre corsi di narrativa della scuola di scrittura Omero di Roma, nell’ambito della quale ha elaborato e realizzato proprio il progetto del romanzo Roma Caput Zombie.

Giusi R.

VI SALVO IO Alekos Rundo

16 OTTOBRE 2015 SERATA INAUGURALE DI LIBRINFESTIVAL

Presentazione del libro di Alekos Rundo autore del romanzo Vi salvo io, Meligrana Editore.

In questo romanzo ci sono i nostri tempi beffardi e depressi, dove lavorare è un lusso. Inoltre c’è una ragazza scomparsa nel nulla, c’è la Roma delle ricche signore, la provincia del degrado mascherato da benessere, ci sono alcuni cani, qualche brindisi e delle lettere scritte a mano. E soprattutto c’è la storia di una grande amicizia.

Alekos Rundo, Vi salvo ioAutore: Alekos Rundo
Genere: romanzo
Lingua: Italiano
brossura Pagine: 144
Formato: 13×20 cm ISBN: 9788868151485
Prezzo: € 14,00
Edizione / Anno: 1 / 2015
ebook
Formato: epub – mobi – pdf – (+)
ISBN: 9788868151638
Prezzo: $ 6,46 / € 4,99
Edizione / Anno: 1 / 2015
NO DRM

Ore 18,30
Silvia, raggiunge Monterotondo scalo per il servizio Panda-navetta: ne usufruiscono un componente della giuria popolare e un’attenta lettrice.
Inizia ad arrivare il pubblico, siamo in tanti e l’entusiasmo cresce, ci sostiene e ci contagia.
Selene prende posto al “botteghino12144674_829266330524098_729681872535964665_ne Giusi inizia la serata annunciando i prossimi appuntamenti

mercoledì 21 ottobre 2015, dalle ore 17 si festeggia il quarto compleanno di Baratto Lib(e)ro, presso il circolo Sel, via Nazario Sauro, 48.

mercoledì 28 ottobre 2015 dalle ore 17 incontro inaugurale dei corsi di editoria e scrittura creativa organizzati da mestierelibro, sempre in via Nazario Sauro, 48.

sabato 31 ottobre , ore 19.00, per la maratona letteraria Librinfestival, presentazione del libro in concorso Roma caput zombie, di Marco Roncaccia, Nero Press Edizioni

Tsopela, Monterotondo

presso Tsopela,  via G. Oberdan, 12 (piazza dello Sbracato)

 

La parola passa a Silvia che oltre a fare gli onori di casa presenta gli ospiti della serata iniziando con Alekos Rundo autore del romanzo Vi salvo io, Meligrana Editore, libro fresco di stampa, proposto a Librinfestival in prima assoluta.

Silvia
Il secondo ospite, richiesto espressamente in rappresentanza dei mestieri del libri, è Eugenio Fabrizi autore del progetto grafico della copertina: Walking Yellow.
Eugenio ci dice che ha scelto di impostare il progetto grafico su un disegno più figurativo, un gioco di prospettiva per portare lo sguardo del lettore direttamente all’interno del libro. C’è Moebius nel disegno, tutte le armi che ha l’illustratore per catturare lo sguardo del fruitore. Il disegno è fumettistico, da grafic-novel con la scelta dell’uso di colori saturi, fatto a mano su un touchpad servendosi di un programma con il quale Eugenio ha elaborato i vari elementi, riservando un occhio particolare ai casermoni gialli, e poi all’auto, ai vetri rotti, le finestre affacciate sulla strada, i panni stesi, le cartacce.
Eugenio non ha letto il libro – interviene Alekos – quando gli ho proposto di progettare la copertina gli ho raccontato per sommi capi la storia e il lavoro finale è stato il disegno che vedete e rappresenta in maniera perfetta quello che mi aspettavo: gli avevo chiesto due file di case gialle e lui ha disegnato due file di case gialle che si allungano verso l’infinito. I due ragazzi protagonisti del libro si avviano lungo un percorso che li condurrà lontano, sono ripresi di spalle. Uno più alto e muscoloso, Paolo, il buono, sempre calmo, quello che lotta nel modo giusto; l’altro, Max, più piccolo e mingherlino è il ragazzo più aggressivo, non si lascia sopraffare e reagisce d’istinto.

Alekos-EugenioEugenio Fabrizi è entrato per concorso al Poligrafico di stato dove ha studiato incisione, oreficeria, scultura. In seguito ha seguito studi privati di pittura. Sin da bambino il suo desiderio era dipingere, un desiderio che ha coltivato e portato avanti. Se si crede nelle proprie capacità – dice – a volte si riesce ad raggiungere gli obiettivi prefissi, anche se costa molto sacrificio. La strada da intraprendere non è facile, se si sceglie di restare nel proprio paese senza essere costretti ad andare all’estero, una decisione che ormai prende gran parte della nostra generazione

Silvia legge un breve brano che racconta il degrado rappresentato dai palazzoni gialli, parola chiave del libro, elementi non a caso riportati in copertina.

Avrebbe dovuto essere una zona in, invece si era trasformata in breve in una sorta di enorme caos
governato dalla legge del più forte e abbandonato dalle autorità. Vi avrebbero dovuto aprire un ufficio postale, un distaccamento di uffici comunali e varie altre attività commerciali, bar e ristoranti, invece avevano aperto solo tre sale slot in una strada di trecento metri, e siccome l’uomo fa solo quello che vede, giocare alle slot machine era l’attività preferita dagli abitanti dei palazzi.

Il secondo brano fa riferimento a un’ambientazione meno degradata ma…

Erano arrivati vicino al Duomo, la chiesa che dominava la città vecchia. Tutt’altro quartiere confronto ai palazzoni, curato e tenuto in considerazione: qui il degrado non era strutturale ma epocale, in linea col degrado odierno mascherato da benessere. Quantità di bar, ristoranti, locali, negozietti, luogo di ritrovo per ragazzi e ragazzini dove ogni sera si spacciava e finiva a bottigliate peggio che ai palazzoni. Dov’era la differenza? Max sovrappensiero non seppe rispondere a Paolo. Mugugnò distratto qualcosa.

Alekos nel primo approccio con la scrittura del testo è partito dalla differenza con la nuova generazione, quella che segue la sua e che non si meraviglia di nulla: per loro è tutto ovvio, non c’è più critica nei confronti del degrado.

Silvia per la terza lettura ha scelto l’impatto con la burocrazia

“Chi è l’impiegato dell’ufficio informazioni al pubblico dell’Inps?” urlò Max appena dentro il bar.
C’erano una decina di avventori che smisero di parlare e si voltarono tutti verso di lui, baristi compresi. Una donna anziana disse: “L’ho vista poco fa che entrava al supermercato qua di fronte… ma che volete da lei?”

“Ci scusi, è lei l’impiegata dell’Inps?” …

… Max disse: “Ci ha inviati il Ministero per aiutare i suoi impiegati a svolgere meglio le funzioni in orario di lavoro tipo fare la spesa, andare al bar e portare l’auto al lavaggio…

…“I suoi figli sono disoccupati, signora?”
“Sì.”
“Hanno studiato?”
“Sì… cioè, sono diplomati…”
“E non riusciamo a trovargli un posticino? Un concorso taroccato, una cosa al volo tanto per…
eh?”

… Max si era di colpo stufato di tutta quella recita. Scagliò le buste della spesa in un cassonetto dell’immondizia lì accanto ed urlò: “Vogliamo che torni al lavoro quindi riapri quel tuo ufficio di merda, se no faccio volare anche te nei bidoni della spazzatura.” …

…Passarono dieci minuti, Paolo tornò di corsa verso il cassonetto, recuperò le buste della signora, le sistemò alla meglio cercando di non sporcarsi e gliele andò a riportare. Poi tornò in strada e si avvicinò a Max:“Il cibo non va buttato. Il cibo non si spreca. È una cosa da matti quella che hai fatto, non farlo mai più.” Max restò immobile, senza fiato. Provò a rispondere ma Paolo non lo lasciò parlare.
“Non fare più queste cazzate, ti prego.”
Paolo aveva detto cazzate.
Paolo.
Aveva detto “cazzate”.
Paolo.
Era un evento veramente straordinario. Max abbassò lo sguardo e si sentì uno stronzo.

Alekos racconta la rabbia di una generazione che non ha reagito ma narra anche la favola, e la favola è Chiara, il personaggio femminile, anzi la storia parte proprio da lei.

Silvia aggiunge che nel degrado è compreso anche il fatto che Max di mestiere fa il gigolò, attività ben pagata che gli consente di non farsi mancare nulla e di aiutare Paolo. È in questo aspetto che si avverte la maggiore solitudine, non tanto dei due ragazzi che sono forti della loro amicizia, quanto delle donne ricche e insoddisfatte che cercano il piacere a pagamento.

Pubblico2

L’incontro si conclude con le domande del pubblico, in particolare della giuria che si è dimostrata partecipe visto che quasi tutti hanno già letto il libro di Alekos. Una giurata a cui il libro è piaciuto molto ha ipotizzato e chiesto all’autore un seguito per la storia.
Paolo e Max hanno già le loro fan!

Giusi R.

Foto: Monica Patrizi – Laura Di Tosti

Librinfestival, programma aggiornato

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